Il prosciutto crudo rappresenta una vera eccellenza italiana, ed è facilmente riconoscibile dalla forma, oltre che dal colore e dall’aroma di questo diffuso ed apprezzato salume, quasi sempre presenta varie venature ed una superficie di grasso che può essere circostante ma anche presente nella parte centrale. I grassi presenti nel prosciutto crudo sono qualcosa che portano a dividere i gusti ma possono avere un diverso impatto sulla salute.
Consumare correttamente il prosciutto crudo porta anche inevitabilmente a dover considerare alcuni aspetti tipici di questo salume e come viene prodotto. Ma in quali casi il grassi e non solo quelli che sono evidenti possono fare male? Lo scopriremo nelle prossime righe, nell’esaminare le parti grassi del salume italiano probabilmente più conosciuto.
I grassi del prosciutto crudo cosa sono?
Cosa è effettivamente il prosciutto crudo? Rispetto a quello cotto, ha una principale e sostanziale differenza intuibile dal nome, non viene sottoposto a cottura, pur venendo comunque non consumato in modo “naturale”: è un insaccato che deriva dalla carne di suino in una sezione molto particolare e decisamente pregiata, durante la lavorazione che può durare anche molti mesi di stagionatura, dopo una opportuna conservazione, salatura e speziatura.
Le parti grasse sono generalmente quelle bianche e sono tra le più ricche dal punto di vista nutrizionale: i grassi contengono acidi essenziali , polisaturi e monosaturi oltre che saturi, oltre ad un ottimo compendio di sali minerali, spiccano anche i famosi omega 3 e omega 6, considerati alleati importanti per la salute. In senso generale quindi non è mai saggio considerare il grasso o le parti grasse del prosciutto crudo come “scarti” ma anzi sono una parte pregiata.
Perchè i grassi possono fare male?
Tuttavia bisogna anche considerare che queste sezioni possono essere un pericolo per la salute, in senso generale anche in virtù della loro natura di salume non cotto: il rischio contaminazione è sempre più elevato rispetto ad altri alimenti, ad esempio un consumo smodato di prosciutto crudo può comportare il diffondersi di alcuni batteri come quello della Listeria che tende a proliferare negli alimenti di origine animale non sottoposti a cottura.
Allo stesso modo le parti grasse del prosciutto possono essere a seconda della tipologia e del taglio particolarmente ricche di sodio, dovute soprattutto alla naturale costituzione della carne o della salatura che rientra nel processo di stagionatura: per questo motivo è saggio evitarne il consumo se siamo vittima di ipertensione.
Infine è una sezione che un po’ come tutto il resto del salume abbonda di vari grassi saturi che possono compromettere il sistema cardiaco aumentando potenzialmente anche il rischio di infarti.